SIGARETTA ELETTRONICA VS SIGARETTA TRADIZIONALE: LO STATO COME AGO DELLA BILANCIA

Sigarette elettroniche VS Sigarette tradizionali: lo Stato come ago della bilancia.
Giovanni Risso, presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, è molto soddisfatto dell’esito della manifestazione che ha avuto luogo a Roma, e alla quale hanno partecipato più di 3500 lavoratori del settore provenienti da ogni parte dello Stivale.
I tabaccai, che si dichiarano “la rete più sicura, diffusa e professionale al servizio dello Stato” in quanto capaci di sottrarre alla criminalità organizzata i comparti di gioco d’azzardo e tabacco, chiedono allo Stato di intervenire con una vigorosa lotta al contrabbando che arreca danno non solo a loro stessi ma anche e soprattutto all’erario.
Per questo, il provvedimento chiesta a gran voce dalla Federazione Italiana Tabaccai è la regolamentazione della pubblicità e delle vendita delle sigarette elettroniche.
Provocazione alla quale non poteva non rispondere l’azienda leader dell’innovativo settore: i dirigenti di questa si dichiarano allibiti del fatto che due parlamentari- Alberto Giorgetti e Ugo Sposetti- abbiano potuto, sulla sollecitazione fatta dai tabaccai, presentare un emendamento sulla regolamentazione della sigaretta elettronica che ne prevede una pesante tassazione e la vendita nelle tabaccherie.
La ditta è ben predisposta ad avviare una regolamentazione del proprio prodotto, ma pensa che andrebbe fatta insieme ai diretti interessati del settore (produttori, distributori e ovviamente aziende) e non per conto di figure il cui interesse è unicamente quello di entrare nel florido business e sottrarlo a chi lo ha inventato.
Quello delle sigarette elettroniche è infatti un giro d’affari che è nel pieno del suo sviluppo, e che sta per tanto offrendo lavoro e reddito a numerose famiglie italiane oltre allo star “alleggerendo” i fumatori: i loro polmoni si stanno liberando dal catrame e le loro spese si sono più che dimezzate.
Insomma, i soldi che prima finivano nelle casse dello Stato ora rimangono nelle tasche dei cittadini, siano essi “svampatori” o commercianti di sigarette elettroniche, prodotto che- i dirigenti delle aziende produttrici ci tengono a sottolineare- non ha nulla a che fare con quelli strettamente legati al tabacco, e che è piuttosto il risultato della ricerca tecnologica.