SPRINGSTEEN NAPOLI E LA PRIMA VOLTA IN PIAZZA DEL BOSS

E’ stata la prima volta in una piazza nell’intera carriera del Boss. un esordio bagnato dalla pioggia estiva di Napoli e reso magico dalla fantastica cornice di piazza del Plebiscito. Arrivato in città solo poche ore prima dell’esibizione dal «buen ritiro» di Cernobbio dà il 110 per cento.
Perché – come lui stesso ammette dal palco – è «uno del Sud», ha sangue di Vico Equense che gli scorre nelle vene. Sente «sua» la gente di Napoli che è venuta ad ascoltarlo. E – come si usa quando si riabbracciano vecchi amici e parenti lontani – regala sorprese. La prima intorno alle 18. Era previsto che il live act cominciasse ufficialmente intorno alle 20 ma Bruce sbuca dal backstage che è ancora giorno, chitarra acustica e armonica. «You are my people», grida ai fan partenopei e quindi intona «This Hard Land» che sembra scritta per la città che lo ospita. Tutti in delirio davanti al suo straordinario carisma di folksinger. Quindi è la volta di una intensa «Growin’ up», dal suo album d’esordio «Greetings from Ashbury Park». E in italiano si rivolge ai circa 20mila spettatori: «Tutto bene? Ci vediamo dopo».
Non c’è il tutto esaurito – i bagarini all’esterno dell’area vendono ticket a 45 euro contro i 75 delle prevendite – ma il calore dei presenti è quello delle grandi occasioni. Ed esplode intorno alle 20.20 con il live act vero e proprio. Altra sorpresa: un trio di fisarmonicisti esegue «’O sole mio», le 20mila voci di piazza Plebiscito cantano all’unisono e riescono pure intonate. Il Boss riappare sul palco, stavolta accompagnato dalla E-Steet Band al completo. Raccoglie un sole di spugna dal pubblico: «Ciao Napoli, questo sole è della mia famiglia. Io sono del Sud Italia».