AZIENDA OVALE: TASSA SULLA SIGARETTA ELETTRONICA E’ PRESA IN GIRO E APRE A TASSE SU CELLULARI E PC DA QUESTO PROVVEDIMENTO POCHI SPICCIOLI E NUOVI DISOCCUPATI

“Apprendiamo da alcuni organi di informazione e dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi che il Governo avrebbe intenzione di recuperare una parte dei mancati introiti dovuti al rinvio di 3 mesi dell’aumento dell’Iva, tassando tutti i componenti delle sigarette elettroniche in una misura assolutamente illogica e sproporzionata, e cioè al 58,5%.” Lo afferma in una nota l’azienda Ovale, leader del mercato in Italia e nel mondo, commentando l’anticipazione delle misure del Consiglio dei Ministri. “L’idea di tassare non soltanto i liquidi contenenti nicotina, ma perfino le parti di ricambio ci sembra fuori dalla realtà. Cosa farà ora il Governo, inizierà a tassare anche le batterie dei computer e dei cellulari?”

L’azienda Ovale fa notare il controsenso di un Governo che da un lato vara un pacchetto di misure di incentivo all’occupazione e dall’altro pensa di varare un provvedimento che creerebbe migliaia di nuovi disoccupati.

Ma c’è anche un’ulteriore assurdità che Ovale mette in luce. Lo Stato vuole tassare la sigaretta elettronica ma per tassarla dovrà spendere forse più soldi di quanto spera di ricavare dalla nuova imposta. Il mercato delle sigarette tradizionali perde colpi e lo Stato, anziché rallegrarsene visto che potenzialmente ci sono meno persone che si ammalano, si lamenta perché sta incassando meno soldi sulle accise. Lo Stato sta fingendo di ignorare che da questo tipo di attività ricaverebbe (stando ai dati di vendita e diffusione del prodotto), solo al massimo qualche milione di euro, esattamente quanti ne spenderebbe per predisporre la nuova tassa, dovendo creare presumibilmente un ufficio ad hoc, nuovi moduli, provvedere alla distribuzione degli stessi nonché alla relativa informazione. Tutto questo poi sarebbe soltanto per un breve periodo, fino alla probabile chiusura di tutte le attività commerciali legate al prodotto sigaretta elettronica. Perché questo sarebbe il destino inevitabile nel caso questa linea dovesse passare, un settore in crescita completamente cancellato da un provvedimento dello Stato.

Tutto questo evitando di tenere conto di una serie di altre questioni abbastanza ovvie e sulle quali tra i primi a prendere una posizione di favore è stato un luminare come Umberto Veronesi dalle pagine del Corriere della Sera: meno tasse dalle sigarette ma meno spese per il sistema sanitario nazionale. Meno tasse dai tabacchi, più risparmio per i cittadini italiani e quindi più possibilità di rilancio per il mercato.