CALCIO, LORENZO INSIGNE: L’AZZURRO DEL NAPOLI E DELLA NAZIONALE. ESCLUSIVO, LE FOTO DA PICCOLO E FORSE UN BEBÈ IN ARRIVO

Per i napoletani è già Lorenzo il Magnifico. Lorenzino Insigne, classe ’91, lo vedete appena nato e già pieno di capelli, sta coronando un sogno. Giocare nel suo Napoli, esordire con la Nazionale di Prandelli, quella dei grandi, visto che finora era stato la punta di diamante dell’Under ’21. È un ragazzo umile, serio che con la famiglia ha fatto enormi sacrifici per giocare al calcio: quel pallone che era in cima ai pensieri suoi e dei tre fratelli, tutti calciatori, lo ha portato in alto.
In casa Insigne, in via Rossini a Frattamaggiore, rione case popolare dove le tentazioni sono tante per un ragazzino con pochi soldi in tasca, mamma Patrizia e papà Carmine questo figliolo lo hanno portato per mano ad essere quello che è: un giovane senza troppi grilli per la testa ed un solo obiettivo, giocare bene al calcio.

Lo seguono sempre anche adesso, in ritiro con il Napoli a Dimaro, a Castelvolturno per gli allenamenti, allo stadio: “Crediamo nell’onestà, nel lavoro: sono questi i valori che abbiamo trasmesso ai nostri figli, dicono sempre, e siamo orgogliosi di Lorenzo come lo siamo degli altri tre, Antonio, Roberto e Marco ed abbiamo sempre evitato le amicizie sbagliate. A loro piaceva il calcio? E noi abbiamo fatto di tutto per aiutarli”. Di sacrifici ne ha fatti molti anche Lorenzo, basta pensare che prima di andare a scuola si alzava all’alba per andare a vendere vestiti al mercatino di Frattamaggiore. Tutto per poter comprare delle scarpette o i parastinchi ed aiutare il papà che lo ha sostenuto sempre. Quanto alla scuola ha lasciato dopo il primo anno delle superiori ma i professori lo ricordano come un ragazzino molto intelligente che voleva diventare un campione. Sui campetti di calcio di Frattamaggiore i tecnici delle squadrette locali facevano a gara per accaparrarsi le sue prestazioni. Era quotatissimo, un talento di razza che meritava ben altri palcoscenici. Palcoscenici che è andato a cercare e che ora lo vedono impegnato in quello che è l’olimpo del calcio. Le due maglie azzurre, quella del Napoli e quella della Nazionale.

OGGI. Finiti gli allenamenti, dopo qualche autografo in mezzo a tanta folla, riesce finalmente ad andarsene via, verso casa, aiutato dalla sua timidezza (“Non sono abituato, mi dispiace: il calore della gente è bellissimo ma io ancora non ci ho fatto l’abitudine”). Un programma alla tv, una serata con la sua ragazza in pizzeria o a guardare un film, meglio se comico. E se proprio lo si vuol prendere per la gola, è facile: la mamma gli cucina un buon piatto a base di pesce fresco, il suo alimento preferito. Anche perché quando era piccolo a Lorenzo piaceva mangiare. Di tutto. Ma adesso per la sua alimentazione con molte proteine preferisce il pesce e a Napoli, si sa, non è un problema .

IL CALCIO. Ha cominciato da subito: la mamma ricorda che quando Lorenzo andava all’asilo per giocare gli bastava un foglio di carta ed un po’ di nastro adesivo e costruiva una pallina… È piccoletto di statura tanto che Inter e Torino dopo un provino lo scartarono proprio per questo. Eppure quando lo hanno battezzato, nel Santuario della Madonna dell’Arco sembrava già un bambino di un anno! L’esordio nella scuola calcio di Grumo Nevano, poi l’Olimpia Sant’Arpino. Lo seguono come procuratori due amici di famiglia: Antonio Ottaiano e Fabio Andreotti. A portarlo al Napoli nel 2006 Peppe Santoro che lo ha scoperto: nel 2010 ha giocato con la Cavese poi Zeman lo ha voluto al Foggia, lo ha portato a Pescara dove è avvenuta la sua consacrazione. Intanto i suoi fratelli sono tutti calciatori: Roberto, che gioca con gli allievi del Napoli, è appena stato convocato nella Nazionale Under19, Antonio gioca in eccellenza ad Orta di Atella, e Marco nella Frattese.

Lui, il Magnifico, adesso è già nel cuore dei tifosi napoletani. Vuol prendere il posto di Lavezzi? Non ci pensa neppure: lui è emozionato al solo pensiero di giocare nella squadra della sua città, un modo per dare di più se possibile. E quanto al suo idolo, si chiama Alessandro Del Piero e Lorenzino si allena per copiare i suoi tiri a giro. Adesso l’esordio in Nazionale: potrebbe essere uno dei pilastri di questa Italia giovane ai prossimi mondiali. Prandelli punta molto sul ragazzo di Frattamaggiore. Che in queste ore sta sognando ad occhi aperti. Ogniqualvolta da Coverciano telefona alla mamma ripete come un automa, quasi sempre con incredulità, che non riesce a credere di essere in un posto dove c’è Buffon che lo sfotte, Nocerino che lo aiuta ad inserirsi nell’ambiente, Andrea Pirlo che gli rivela i trucchi per tirare dei calci piazzati, Maggio che lo prende in giro. E dove ha rivisto il suo carissimo amico Verratti, altro campione della Zeemanlandia di Pescara finito a Parigi, al Psg, a giocare con Ibrahimovic e Lavezzi. Eppure Lorenzino o Lorenzinho come pure lo chiamano i suoi tifosi prova a tenere i piedi ben saldi a terra e a non cambiare di una virgola il suo carattere semplice, di ragazzo umile che ha sempre tanta voglia di apprendere perché chi gioca a pallone, anche se ha la stoffa del campione, ha sempre da imparare qualcosa.

LO SPASSO. Lorenzo non ama la mondanità, non ama fare casino, nonostante la giovanissima età. È un ragazzo tranquillo. Per lui il massimo della vità di società è tornare a Frattamaggiore tutte le volte che può, stare con i suoi amici al bar oppure andare dai suoi barbieri a fare quattro chiacchiere e a raccontare a tutti la favole che sta vivendo e rivelare segreti sui campioni del pallone che fino a ieri lui vedeva in tv e che oggi invece ammira sul campo, ci “lavora” assieme. C’è poi un hobby che coltiva da ragazzino: collezionare occhiali da sole. Ne ha centinaia in una grande vetrina a casa di mammà, che ne è custode. Sono sotto chiave, guai a chi glieli tocca. Diventa una belva.