L’HARLEM SHAKE ALL’ISTITUTO ORIENTALE DI NAPOLI

L’Harlem Shake è un ballo divenuto ormai famoso grazie ai numerosi video postati da gruppi di utenti- giovani e non- da quasi tutte le parti del mondo. Ogni ripresa dura una manciata di secondi, e lo schema è sempre lo stesso: in una situazione assolutamente normale, e in un luogo ordinario- dormitorio universitario, ufficio, palestra, supermercato- una o due persone ballano muovendo avanti e indietro il bacino tra l’indifferenza generale. Uno stacco di qualche istante, e nel medesimo posto compare una folla, in molti casi vestita in maniera stravagante, pronta a “shakerare” il corpo a ritmo di una motivetto ipnotico.
Eppure sono in pochi a sapere che questa danza non è una novità: nasce infatti nel 1981 nel quartiere newyorkese di Harlem, ad opera di un uomo del luogo soprannominato “Al B” (difatti in origine il ballo si chiamava “albee”). Lo stesso creatore della danza la descrive come uno “scuotersi alcolico” ed afferma di aver preso ispirazione delle rappresentazioni cinematografiche dalle mummie dell’antico Egitto, che nel potevano muoversi ma solo ondeggiare. La coreografia diviene però popolare nel periodo compreso tra il 2001 e il 2006, quando alcuni rapper la usarono nelle loro videoclip.
Sul web si trovavano già alcuni video realizzati da studenti di vari atenei italiani, e l’Orientale di Napoli non poteva certo restare senza un “suo” Harlem Shake: quale posto migliore di una università prevalentemente linguistica – e per questo maggiormente attenta a quanto accade fuori dai confini nazionali- per sperimentare la danza che sta unificando persone di ogni etnia?
L’Harlem Shake e YouTube come “villaggio globale”, e gli studenti dell’Orientale che si sono scherzosamente messi in gioco nel video –vestiti da Babbo Natale, da banana, da Gesù, da cowboy, mascherati o al naturale- come ragazzi del mondo nell’era di internet.