DON ALFREDO DI STEFANO, IL FENOMENO DEL CALCIO DI SANGUE CAPRESE, HA SMESSO DI CORRERE
Si è fermata per sempre la «saeta rubia», la saetta bionda, o el aleman, il tedesco, per via della sua chioma bionda. Alfredo di Stefano, sangue caprese nelle vene, natali argentini e vita spagnola, ha smesso di correre a 88 anni. L’ha ucciso un infarto. Di Stefano è una leggenda del calcio. Non ha mai vinto un mondiale e se n’è andato mentre si gioca il mondiale. Il suo palmares da campione di che ha vinto 1 Coppa America appena ventenne, 8 volte campione di Spagna col Real, 5 Coppe dei Campioni consecutive sempre con le «merengues» e segnando in tutte le finali, 2 Palloni d’oro. Di Stefano è madridista. Lui è la storia del calcio dei Blancos. E’ stato il primo calciatore totale. Giocava per far gol ma rientrava spesso a centrocampo o lo trovavi in difesa a dare una mano per poi ripartire verso la porta avversaria.
Eletto Pallone d’oro due volte (1957 e 1959), Di Stefano aveva realizzato 49 gol in 58 partite di Coppa Campioni (l’attuale Champions League). Nel 1989, una giuria formata dai lettori di France Football lo pose al vertice della speciale classifica ‘Super Pallone d’Oro, davanti ai nomi pur prestigiosi di giocatori come Cruijff, Platini e Beckenbauer. Anche vita e opere della saetta bionda passano per l’Italia, per la splendida isola di Capri, dove don Alfredo andava spesso a trovare i cugini Teodorico e Raffaele. Difficile stilare una classifica sui piu’ grandi di tutti i tempi del calcio. Certo se al terzo posto ci mettiamo Pelè, ai primi due posti ci sono sicuramente due argentini (Maradona e Di Stefano) con sangue italiano. Anzi sangue napoletano, el nino de oro, e caprese, la saeta rubia. Adios Don Alfredo.
Le foto di questo post sono tratte da @realmadrid e dai post dei calciatori del Real Madrid