NAPLES, the gang MAZZARRI points to cook the MILAN DEVILS IN a SÃO PAULO with 50,000 FANS BOILING. ALLEGRI RISK OKAY, LORENZO DISTINGUISHED PLAY FROM THE BEGINNING
Match delicato. Napoli – Milan è una delle “classiche” della prima divisione. Lo era quando il Napoli navigava nei bassifondi della classifica e i diavoli di Arrigo Sacchi e Silvio Berlusconi facevano incetta di scudetti e trofei, lo è ancor di più oggi che Aurelio De Laurentiis ha riportato gli azzurri nell’Olimpo del calcio, da dove erano assenti dai tempi dell’immenso Diego Maradona. Quello che si disputa al San Paolo sono due partite in una. La prima la gioca Massimiliano Allegri da Livorno contro Walter Mazzarri da San Vincenzo. È un derby tra toscanacci livornesi, quello di città e quello di campagna non perdono occasione per “pizzicarsi”. Mazzarri a fine campionato potrebbe non rinnovare il contratto col Napoli, prendersi l’anno sabbatico e rimettersi in forma fisica, risolvendo qualche problemino di salute. Allegri punta a chiudere questo campionato senza essere esonerato, poi si vedrà se continuare a Milanello (dove sua Emittenza vorrebbe Pep Guardiola anche se costa un botto) oppure sbarcare a Castelvolturno al posto di Mazzarri. Comunque sia Mazzarri gioca la sua personalissima partita: battere il Milan oggi significa dare una lezione anche ad Allegri che sicuramente verrebbe consigliato di andarsene, dimettersi per evitare l’onta dell’esonero. La partita sul campo la giocheranno azzurri e rossoneri, brillanti e in posizione di vertice i primi, opachi e in una situazione mortificante di classifica i milanisti. Ma occhio alla voglia di rifarsi del Milan. Persino la visita di Berlusconi alla squadra potrebbe aver generato “uno stimolo importante, la scossa psicologica di vedere il presidente può far sì che siano più carichi” argomenta Walter Mazzarri che ha però un chiodo fisso e spera di averlo trasmesso alla sua squadra. Aggredire subito il Milan, infilarlo subito e poi stenderlo con i soliti, brucianti contropiede del suo attacco. Chi ha visto la banda Mazzarri all’opera, preparare la partita del San Paolo, riferisce di calciatori carichi, in grandissima forma e con lo spirito della grande squadra. Una cosa è certa, lo dice la classifica ma lo dicono anche le società che si occupano di scommesse, Napoli-Milan non è più la sfida Davide contro Golia, con i rossoneri favoriti. È esattamente il contrario questa volta. Vedere il Milan al San Paolo nel ruolo di chi ha più chance di prenderle che tornarsene a casa con tre punti, capitava solo nell’era-Maradona, unico calciatore al mondo che è stato capace di rovesciare le gerarchie del calcio mondiale da solo. Gli azzurri dunque proveranno a vincere (è l’unica cosa che possono e devono fare), magari aiutati da un San Paolo che si annuncia gremito: sono 53mila gli spettatori paganti. Una vittoria metterebbe pressione a Inter, Juventus e Fiorentina (la squadra più in forma del momento), e potrebbe essere importante anche per la statistica visto che i numeri che riguardano i confronti diretti tra azzurri e rossoneri in riva al Golfo (ma tre partite si sono giocate in campo neutro) riferiscono di 20 pareggi e 27 vittorie per parte. Equilibrio assoluto, e quindi occasione per “passare in vantaggio”. Mazzarri si affiderà agli uomini migliori. Mancheranno Behrami (squalificato) e Pandev (caviglia in disordine), ma torna disponibile Zuniga, che si riprende il posto di esterno sinistro. In mediana spazio invece a Dzemaili, mentre davanti toccherà a Lorenzino Insigne dal primo minuto: “Voglio che Lorenzo si esprima come sa, giocando con tutti e con la squadra, senza pensare a personalismi. Deve pensare che conta solo il risultato della partita e della squadra. E comunque non lo voglio caricare troppo, è uno degli undici e basta”, dice Mazzarri. Probabile formazione (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Gamberini; Maggio, Dzemaili, Inler, Zuniga; Hamsik; Insigne, Cavani. Potrebbe essere il matche della consacrazione ufficiale per il giovane talento di Frattamaggiore. Potrebbe essere il suo lancio definitivo in prima squadra senza più dover rincorrere una maglia per i match che contano dovendo scontare sempre la solita solfa che “non ha ancora l’età” oppure che “è troppo giovane”. Dall’altra parte occhio a El Shaarawy è un campione cui è stata data fiducia. Ed è su di giri per i complimenti ricevuti da Silvio Berlusconi, suo tifoso. Attenti però: come al solito a fare la differenza potrebbe esserci il solito, l’immancabile, il semprepresente, il tattico, colui che è sempre al posto giusto e nel momento giusto: Marek Hamsik. Una certezza. Abbiamo dimenticato Edinson Cavani. Va come un treno, non si ferma più. E quando vede rossonero, Cavani vede il diavolo e attacca sempre a testa bassa.