IL CINEMA ITALIANO GUARDA SEMPRE PIÙ ALLA CINA
Si è svolto stamattina presso la sede di ICE a Milano, il seminario organizzato da Fondazione Italia Cina e ANICA “Il mercato del cinema cinese: nuovi scenari e opportunità per le imprese italiane”. Hanno aperto con i saluti istituzionali il Direttore Generale della Fondazione Italia Cina, Margherita Barberis, Zhao Xiangdong del Consolato della Repubblica Popolare Cinese a Milano, il responsabile per le relazioni istituzionali di ICE, Giancarlo Lamio, e Rossella Mercurio, Project manager di Anica per la Cina, che ha fatto il punto sullo sviluppo del Progetto Cina, innovativa azione di collegamento, promozione e scambio tra le due realtà artistiche e imprenditoriali. A seguire è intervenuto l’ospite d’onore dell’incontro, il Far East Film Festival appena concluso a Udine, con la Presidente Sabrina Baracetti, che ha tracciato un bilancio della più innovativa esperienza festivaliera italiana che, in pochi anni, non solo è riuscita ad imporre il mercato italiano come punto di riferimento per le cinematografie asiatiche, ma ha reso familiari autori, generi e tendenze del più importante polo audiovisivo del mondo, certamente quello in maggiore sviluppo e trasformazione su scala internazionale. Il seminario è stato organizzato, all’indomani della più recente missione di Anica in Cina (al 4° festival internazionale di Beijing), per raccontare a una selezionata platea di imprenditori, addetti ai lavori, potenziali investitori, quale scenario offre oggi la collaborazione tra le due industrie audiovisive: quella italiana forte di una grande storia e di una collaudata presenza internazionale e quella cinese in crescita esponenziale ma solo ai primi passi nella scala dell’internazionalizzazione. La variegata e contraddittoria realtà cinese di oggi è stata raccontata dal seminario da punti di vista paralleli: l’analisi di Maria Ruggeri (giornalista e saggista, oggi consulente del Far East Film Festival per la Cina); l’esperienza di Cristiano Bortone, regista (il suo “Rosso come il cielo” è uno dei pochissimi film italiani ad essere stato distribuito nelle sale cinesi durante gli anni Duemila), produttore (la sua società, Orisa, ha da poco firmato con due gruppi cinesi per il remake asiatico di “Maschi contro femmine”), docente all’Accademia del Film di Beijing.
Sul fronte opposto è toccato a Stefania Ippoliti (Presidente del coordinamento delle Film Commission italiane) mettere in evidenza le potenzialità di collaborazione che oggi le regioni italiane offrono agli investitori cinesi e il volano che le Film Commission possono rappresentare per la diffusione del turismo culturale dei nostri territori. Infine Giorgio Gosetti (coordinatore del Progetto Cina) ha chiuso ricordando l’impegno di Anica con il Progetto Cina a Pechino e le sinergie con la Fondazione Italia Cina. La Fondazione Italia Cina e Anica infatti hanno siglato nel novembre scorso un’intesa per operare congiuntamente nella promozione e nel sostegno delle imprese italiane dell’audiovisivo. Il Progetto Cina vede agire Anica come soggetto attuatore di una strategia comune al Ministero per lo Sviluppo Economico (progetto “Made in Italy”) e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Progetto Cina riunisce così, in un’azione coordinata e coesa, Luce Cinecittà (promozione), 100 Autori (creatività), Unefa (esportatori), Ice (promozione delle imprese), Film Commission (promozione dei territori), Scuola Nazionale di Cinema (formazione). Il Presidente della Fondazione Italia Cina Cesare Romiti dichiara: “Il cinema, oltre ad una delle forme d’arte più amate, è anche una grande possibilità di business: il sistema della produzione cinematografica e dello star system in Cina sta vivendo un momento di crescita esponenziale, grazie agli importanti investimenti che si stanno stanziando e alla continua crescita delle sale cinematografiche nel Paese. Per questo è importante attivare forme di collaborazione come quella che la Fondazione Italia Cina sta portando avanti con ANICA, collaborazione che favorisca da un lato le produzioni cinematografiche italiane in Cina, dall’altro una maggiore apertura e semplificazione della burocrazia del nostro Paese nell’accogliere le produzioni cinesi nelle regioni italiane.” “L’incontro di Milano – sottolinea Giorgio Gosetti – cade all’indomani di due eventi di grande visibilità ed interesse come il festival di Beijing e quello di Udine; ma spenti i riflettori del glamour e dello spettacolo, tocca all’industria privata e alle istituzioni pubbliche costruire solidi ponti e percorsi in grado di far operare insieme le nostre due culture. E quella dell’audiovisivo è un’opportunità cruciale anche per il sistema imprenditoriale italiano poiché è proprio attraverso le storie, i paesaggi, gli stili di vita che l’Italia è diventata famosa nel mondo ed è grazie al cinema che possiamo farci conoscere ed amare dalle nuove generazioni cinesi, assetate di conoscenze, novità, eleganza, originalità, stile”. Dati sul mercato del cinema in Cina (dalla presentazione di Maria Ruggieri): Film prodotti nel 2013 in Cina 638; Film che hanno avuto accesso alle sale in Cina 305; Incassi totali al botteghino nel 2013 in Cina 3,6 miliardi dollari USA (+25,92% rispetto al 2012); Schermi cinematografici in Cina circa 18.000, circa 5.000 in più rispetto al 2012 (nel 1999 erano 2.000); Film campione di incassi del 2012 Lost in Thailand, con 1 miliardo 247milioni e 300mila RMB, per 38 milioni di spettatori