IL VINO CAMPANO VOLA SUI MERCATI DEL SUD EST ASIATICO
Il vino campano in viaggio verso Nord America e Sud Est asiatico. Sono queste, assieme ai paesi dell’Unione europea, le aree dove la Campania del vino registra sistemici incrementi di ordinativi. E’ uno dei dati emersi dal sesto Censimento generale dell’Agricoltura, realizzato dall’Istat con l’attiva collaborazione della Regione Campania e, in particolare, dell’Assessorato all’Agricoltura. Il censimento ha consentito di descrivere la struttura delle aziende viticole della regione, cogliendo i cambiamenti verificati negli ultimi anni. E’ sul fronte dell’export che la viticoltura campana registra i migliori risultati: le vendite estere sono raddoppiate di valore in 5 anni, passando dai 15,6 milioni di euro del 2006 agli oltre 30 milioni del 2011, con un’incidenza sull’export Italia dello 0,7%. Nei primi nove mesi del 2012 inoltre, la Campania ha esportato vino per un valore di 23,7 milioni euro, facendo registrare un +13% sul periodo corrispondente 2011. In termini previsionali, nel 2012 si calcola che le imprese enologiche campane abbiano esportato vino per un valore di circa 34 milioni di euro, in aumento dell’11,8% circa sull’anno precedente. Un quadro, dunque, del tutto soddisfacente se si tiene conto anche della particolare congiuntura internazionale che non pochi affanni sta arrecando a molti comparti produttivi. Dati che assumono particolare valore alla luce della partecipazione della Campania all’edizione 2013 del Vinitaly di Verona: una partecipazione in sinergia organizzativa tra Assessorato Agricoltura della Regione Campania, Unioncamere Campania e gli istituti camerali provinciali.
Dai dati del Censimento emerge che la vite in Campania e’ coltivata in associazione all’olivo nel 77% delle aziende regionali; tale associazione e’ frequente nelle aree dell’Alto Casertano e in Penisola Sorrentina, raggiungendo l’86% nelle zone collinari del Beneventano e l’89% in provincia di Salerno, soprattutto nel Cilento. Oltre all’ordinamento viti-olivicolo in Campania e’ frequente l’ordinamento viticolo-zootecnico, l’allevamento nel 46% dei casi e’ bovino, sia da carne che da latte. In provincia di Benevento la coltivazione della vite e’ associata prevalentemente ai seminativi: cereali, in particolare grano duro in oltre il 50% delle aziende, foraggere (nel 25% delle aziende) e tabacco (nel 16% delle aziende). In provincia di Caserta le aziende in cui e’ presente la vite sono caratterizzate da un ordinamento viticolo-foraggero-zootecnico, presente nel 69% del totale aziende della provincia; l’allevamento e’ bovini da carne o da latte. Nelle aree collinari del vulcano Roccamonfina, e’ consociata con le legnose agrarie (melo, pesco, nocciolo, castagno) e all’olivo. In provincia di Napoli la vite e’ coltivata in associazione ad ortaggi e patate (nel 50% delle aziende viticole della provincia), mentre e’ tipica della penisola sorrentina (il 12% del totale provinciale) la consociazione con limoneti e aranceti; nelle aree del Vesuvio e’ coltivata in associazione all’albicocco (17% delle aziende provinciali). Nel territorio della provincia di Avellino sono ancora i seminativi, grano duro (nel 55% dei casi), foraggere (25%), legumi (9%) e tabacco (10%),ad essere i preferiti dai viticoltori per comporre l’ordinamento colturale della propria azienda (avviene nel 71% delle aziende viticole della provincia).
L’associazione con le legnose agrarie si caratterizza per la presenza di castagno, noce, ciliegio, melo e soprattutto nocciolo (nel 14% delle aziende). Le aziende con vite in provincia di Salerno si caratterizzano per ordinamento colturale molto variegato e tipico di areali ben definiti: la presenza di seminativi, in special modo grano tenero, orzo, avena e mais, (28% delle aziende provinciali), di patata e legumi (nel 9% dei casi), di ortaggi (10%), di foraggere (21%). Nelle aree montane del Cilento e’ tipica l’associazione a prati pascoli (22% delle aziende viticole provinciali), al fico, al castagno (9%); in questa provincia l’ordinamento viticolo-zootecnico e’ caratterizzato oltre che per la presenza in azienda dell’allevamento bovino, anche di quello ovicaprino (15% del totale provinciale).
All’evento scaligero, costituito da 92mila metri quadrati netti espositivi, con ben oltre 4mila aziende partecipanti provenienti da oltre 30 paesi del mondo, la Campania partecipera’ con l’esposizione ‘Da noi il vino e’ arte’, dove saranno rappresentate circa 180 piccole e medie imprese della filiera enologica della regione. I dati fanno affermare che in Campania, alla data del 24 ottobre 2010 e con riferimento alla campagna viticola 2009-2010, le aziende attive che hanno nel proprio ordinamento colturale la vite sono 41.665 unita’, il 30,4% del totale aziende agricole regionali (136.872 unita’). Le superfici utilizzate per tale coltivazione sono 23.281,4 ettari distribuite tra cosi’ le province: 2.076,3 a Caserta, 10.527,3 a Benevento, 1.619 a Napoli, 5.734 ad Avellino, 3.324,8 a Salerno. La crisi si e’ pero’ fatta sentire anche su questo comparto: rispetto al Censimento del 2000 infatti, si e’ registrata una riduzione di circa il 52% in termini di aziende (-44.420 unita’) e del 20% in termini di superficie. La vite resta comunque presente in 521 dei 551 comuni della Campania, a dimostrazione che la coltivazione e’ molto legata al territorio regionale: e’ coltivata per il 70% nella zona altimetrica ‘collina interna’, (16.385 ettari), per il 17% (ettari 16.385) in ‘montagna’, per il 9% (ettari 2.186) in territori ricadenti nella ‘collina litoranea’ e solo per il 4% nei territori di ‘pianura’. Le superfici vitate della collina interna e della montagna ricadono rispettivamente per il 78% e per l’88% nei territori delle province di Benevento e Avellino, che presentano nelle loro caratteristiche orografiche un enorme vantaggio per la produzione di uva di altissima qualita’.