ANTONIO SANNINO: LA CULTURA MADE IN NAPLES IN MOSTRA A SHANGHAI

Non solo imprenditoria nella Napoli in mostra a Shanghai durante la manifestazione “Loro di Napoli”. Un momento importante è anche dedicato all’arte ed alla cultura made in Naples, di cui uno dei protagonisti è stato l’artista Antonio Sannino, che ha inaugurato una personale alla Yi gallery di Moganshan Road. Nato e vissuto a Napoli, Sannino si è fatto apprezzare nel tempo grazie alle sue opere che raffigurano scorci di città e frammenti di natura, realizzati con una tecnica unica nel suo genere. Lo abbiamo incontrato a Shanghai poco prima della sua mostra ed ecco quello che ci ha raccontato.
Cominciamo dal principio. Com’è questa esperienza a Shanghai? Come sarà la sua mostra?
E’ un’esperienza molto bella. Conosco già l’Oriente poiché ho già fatto due personali in Giappone. Non ero mai stato in Cina, che a mio avviso ha una cultura molto affascinante, antica e quindi immaginavo che quest’esperienza sarebbe stata culturalmente e artisticamente molto diversa. Ho visitato il quartiere dove terrò la mia mostra ed ho visto delle gallerie molto belle, con artisti validi e mi sento molto onorato di far parte de “Loro di Napoli” e sono fiero che il Consolato Italiano mi abbia invitato ad esporre in questa rassegna.
Parliamo della sua opera. Come nascono i suoi lavori? Quali idee ci sono dietro, quale tecnica utilizza?
Il mio lavoro nasce da una visione quasi onirica. Se posso azzardare quasi metafisica perché io cerco di trarre dalla natura ciò che ha di meglio, di estrapolare delle sensazioni positive. Parlando con termini cinematografici, ritraggo inquadrature molto strette, cerco di stringere sul particolare e tento di estrarre ciò che mi interessa e una volta trasportato sul supporto, sulla tavola, cerco di renderlo parte del paesaggio ma in modo particolare, affinché lo spettatore possa percepire la mia sensazione, ciò che io ho provato nel riprodurre quella determinata opera. Spesso ci riesco, poiché lo spettatore si sente immerso nella mia opera, prova delle emozioni e quindi io sento d’aver raggiungo il mio scopo. Quando dipingo mi accade qualcosa di extrasensoriale, nel senso che mi abbandono a quel famoso stato di grazia, che dura un minuto o mezz’ora, come se fossi drogato di quella sensazione, che purtroppo dura poco e può essere interrotta da qualsiasi cosa. La mia mano diventa indipendente, è qualcosa di sublime. E’ come se l’opera prendesse forma da sola, fino allo struggimento totale, quando capisco d’aver finito.
A chi si ispira? C’è qualche artista a cui si ispira o che comunque preferisce?
Attualmente c’è un artista che sento molto vicino. E’ Anselm Keifer, a cui sono stato spesso paragonato, poiché a me piace molto usare il colore “materico”, come se stessi scolpendo il colore, come se si potesse toccare con le mani. Infatti il mio curatore Marco Izzolino mi ha definito un coraggioso, poiché in una città dove è nato il paesaggio, riproporlo in una chiave completamente diversa non è facile. Personalmente cerco di costruire il paesaggio assemblando delle materie, come la sabbia o l’acrilico, addensandola quanto più è possibile per creare qualcosa di contemporaneo che possa suscitare un’emozione che va al di là di ciò che è la tela.
Si ascriverebbe ad un particolare movimento artistico o si definisce un indipendente?
Come paesaggista sono un po’ fuori dalle righe, sono un po’ anacronistico. Avendo però ricreato un nuovo linguaggio per proporre il paesaggio è come se fossi un autodidatta indipendente, poiché cerco di trasmettere un nuovo modo di vedere le cose. Credo che l’arte sia proprio prendere degli elementi esistenti e proporli in un altro linguaggio ed è questo che spero di fare.
Dopo Shanghai quali saranno i suoi progetti?
Vorrei riproporre “Undressed”, un progetto a me molto caro presentato al Vittoriano di Roma, dove ha riscosso molto successo sia di pubblico che di critica. Nonostante nella Capitale non avessi alcun mercato, la mia mostra è stata davvero apprezzata e ovviamente ne sono stato felicissimo. Il prossimo passo dovrebbe essere il Palazzo Reale di Milano, sto lavorando duramente e con grande passione perché questo avvenga. Per il 2015 spero di realizzare quindi lì una mia personale, in concomitanza con l’importante evento dell’Art Expo.