PROGETTO CINA: DAL FESTIVAL DI PECHINO BUONE NOTIZIE PER IL CINEMA ITALIANO

Un film in concorso (Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto); una vera star nella giuria internazionale presieduta da John Woo (Maria Grazia Cucinotta che in Asia è di casa e che in Cina ha prodotto il suo ultimo film); la versione restaurata di Roma città aperta proposta dalla Cineteca di Bologna; sei titoli nello speciale “focus” italiano voluto dal Festival per affiancare quello tradizionalmente realizzato dal cinema francese; cinque progetti di coproduzione invitati al Film Market. Questo il positivo bilancio della presenza del cinema italiano al quarto Festival di Pechino che si è appena concluso. Per i nostri autori e produttori la manifestazione è stata soprattutto una piattaforma determinante nel momento della massima internazionalizzazione del mercato cinese, che si avvia ad essere il secondo del mondo.

Il primo test del cinema italiano sulla “via della seta” sono stati i film presentati al Focus, scelti dal festival nel quadro della produzione indipendente degli ultimi anni, con particolare attenzione a generi, personaggi, ambientazioni, capaci di incuriosire il pubblico. Si è andati così dalle storie di immigrazione/emigrazione di La mia classe (Daniele Gaglianone) e Itaker (Tony Trupia) al melodramma sociale di Pulce non c’è di Giuseppe Bonito, dal giallo d’autore di La ragazza del lago (Andrea Molaioli) alla commedia generazionale Scialla! (Francesco Bruni), fino al colorato thriller dei Manetti Bros Song ‘e Napule che ha chiuso la rassegna con un “tutto esaurito” punteggiato da risate e applausi. Ma curiosità e commenti sono venuti ogni sera da un pubblico fedele che non ha mancato nessuna delle proiezioni e che ha colpito tutti i cineasti presenti per la passione e la composizione, fortemente radicata nella nuova generazione degli spettatori cinesi.

Ancora più significativo il riscontro dei nostri produttori impegnati a verificare le potenzialità di uno scambio sul piano delle storie e degli investimenti tra progetti italiani e il contesto culturale cinese. Da Pechino ritornano con una serie di partner impegnati nello sviluppo di nuovi progetti, a oggi almeno sei, che potranno tramutarsi in concrete realizzazioni entro la fine dell’anno. In questi giorni è stato già annunciato ufficialmente il remake di “Maschi contro femmine”, coprodotto dalla Orisa di Cristiano Bortone con Road Pictures e Huay Brothers (un colosso della distribuzione che porterà il film nelle sale). Sarà probabilmente uno dei primi film a beneficiare degli effetti del trattato di coproduzione tra Italia e Cina le cui norme attuative saranno ratificate a breve, forse già all’inizio di giugno. Sono questi i primi, concreti segnali del “Progetto Cina” (attuato da Anica per il Ministero dei Beni e Attività Culturali e per il progetto “Made in Italy” del Ministero per lo Sviluppo Economico) nato per creare un rapporto stabile di interscambio tra le due cinematografie.

Al “Progetto Cina” – coordinato dal giornalista e critico Giorgio Gosetti, realizzato da Anica che vi dedica sia un project manager a Roma che un “desk” specializzato a Pechino attivo dal 2013 – collaborano molte realtà associative e istituzionali del cinema italiano: da Luce Cinecittà ai 100 Autori, da Ice a Unefa, dalle Film Commission alla Scuola Nazionale di Cinema, con il costante supporto dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese. Dopo una giornata di approfondimento in programma a Milano l’8 maggio nel quadro della collaborazione tra Anica e la Fondazione Italia-Cina, i prossimi appuntamenti coincideranno con l’annunciata visita in Cina del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a giugno e poi con le selezioni del Festival di Shanghai dove ogni anno Filmitalia (Luce Cinecittà) segue tra l’altro, in accordo con Ice, un qualificato panorama di cinema italiano contemporaneo.