SUPER BOWL, QUANDO LO SPORT è SPETTACOLO NAZIONALE

I Ravens di Baltimora hanno conquistato il secondo titolo Nfl della loro storia, battendo con una finale al cardiopalma i San Francisco 49ers per 34-31. Il 47esimo Super Bowl, giocato a New Orleans, il primo dopo la tragedia di Katrina, rimarrà negli annali del football americano anche per essere stato il primo a essere interrotto da un incredibile blackout, durante il terzo quarto. Sino a quel momento Baltimora ha la partita in pugno. Davanti a circa 71mila spettatori allo stadio, e oltre 110 milioni davanti alla tv, la tradizionale finale del campionato professionistico di football, blackout a parte, mantiene tutte le promesse della vigilia: Beyoncé ha esaltato il pubblico con un incredibile show tra il primo e il secondo tempo, i “fratelli coltelli”, Jim e John Harbaugh, seduti sulle due panchine, al fischio finale si abbracciano e si scambiano le congratulazioni di rito. Per non parlare degli spot miliardari, che come capita ogni anno, si sono dati battaglia in uno show, dentro lo show. A completare la giornata di festa, tutta statunitense, le parole concilianti, del presidente Barack Obama, che nella tradizionale intervista del pre-partita fa pace con il mondo dei tifosi della palla ovale. La settimana scorsa aveva detto candidamente che se avesse avuto figli maschi non avrebbe voluto che giocassero a football, parlando di uno sport oggettivamente pericoloso. Frasi che non sono piaciute a nessuno. E oggi la netta marcia indietro: «Mi riferivo al campionato giovanile, a quello dei College, non alla lega professionistica, dove giocano atleti maturi, formati», chiarisce Barack. Neanche l’inquilino della Casa Bianca al massimo della popolarità può infatti permettersi di inimicarsi i milioni di cittadini che vivono per lo sport più popolare del Paese.