NAPOLI, AL VIA LA COPPA AMERICA 2013. 250 GIORNALISTI, 70 TESTATE DA TUTTO IL MONDO. ATTESA PER CHINA TEAM

Il conto alla rovescia è finito. Con la conferenza d’apertura dell’America’s Cup World Series che si è tenuta al Circolo Canottieri Napoli, prende il via la manifestazione tanto attesa nonostante le numerose polemiche della vigilia. Alla conferenza d’apertura il sindaco Luigi de Magistris, il presidente della regione Stefano Caldoro e quello della provincia Antonio Pentangelo, il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni insieme all’amministratore dell’ACN Mario Hubler e, naturalmente c’era il padrone di casa, il presidente del circolo Canottieri, Eduardo Sabbatino.
Numerosi i giornalisti accorsi nella splendida cornice del Circolo, al Molosiglio, per ascoltare chi la Coppa America la sta già vivendo, dall’interno. A rompere il silenzio è il presidente del circolo Canottieri, Eduardo Sabbatino, che identifica subito questo evento come un riflettore puntato sulla città di Napoli, che ha da essere fiera per le numerose iniziative che proprio in questo periodo, grazie allo sport, stanno diventando delle realtà sociali sempre più concrete. Sabbatino parla infatti del “Villaggio dello sport”, che vede la Lega Navale, la Marina e il “Mascalzone Latino” partner del Circolo al fine di incentivare i giovani ad intraprendere e perseguire nell’impegno sportivo, con coraggio e passione.
Proprio a questo proposito Mario Hubler, amministratore dell’ACN, racconta della storia del giovanissimo Marco Crispino, il tredicenne del rione Sanità che avendo seguito con entusiasmo le qualificazioni della Coppa America tenutesi nella stessa Napoli l’anno scorso, si è interessato a questo sport facendolo diventare “suo” ed iniziando a cimentarsi nella vela. Avendo come sogno quello di poter un giorno, anche lui, competere nella prestigiosa gara.
L’evento ha avuto una grande influenza ed una grande attrattiva sui giovani, così forte e potente che può essere spiegata solo considerando l’attaccamento viscerale ed atavico che l’uomo ha con il mare. Questa edizione della Coppa America è perciò in qualche modo dedicata ai giovani: saranno proprio gli studenti campani provenienti da oltre 100 scuole sparse su tutto il territorio regionale ad inaugurarla. Inoltre gli alunni vincitori del concorso “Studenti a Vela” avranno diritto ad assistere alle regate da punti particolarmente strategici e suggestivi come il terrazzo della scuola militare “Nunziatella” o quello del consolato americano, a giri su imbarcazioni della Marina Militare e della Capitaneria di Porto, oltre che a corsi di vela gratuiti che si terranno da luglio a settembre.
Un modo di avvicinare i giovani campani al loro mare- sintetizzando così cultura sport e amore per il territorio- sia per quelli che lo hanno tutti i giorni sotto gli occhi, sia per quelli provenienti da province dove il mare non c’è. “E’ stato bello notare- osserva Hubler- che alcuni degli elaborati migliori sono stati opera di studenti provenienti da Avellino o Benevento.” Questo perché il mare, pur non appartenendo al territorio in cui vivono, appartiene comunque al loro cuore.
Hubler continua poi entrano nell’ottica di “America’s Cup come una seconda Pasqua per Napoli”: difatti, nonostante le regate si tengano in un periodo notoriamente difficile per il settore turistico (è infatti a cavallo tra le vacanze pasquali e i ponti di 25 aprile e primo maggio) la percentuale di occupazione delle camere d’albergo napoletane ha raggiunto numeri addirittura superiori rispetto a quelli della settimana di Pasqua. Numeri che appaiono ancora più alti se confrontati con quelli dello scorso anno, quando le ferie pasquali coincidevano con le date della Coppa America. E questo innalzamento della percentuale di occupazione non riguarda solo gli hotel della zona più interessata, ma quelli della regione tutta.
Anche il presidente della Camera di Commercio Maddaloni è d’accordo nel considerare questo evento come propulsore economico per vari settori, ma lo vede anche come “spinta” a migliorare le infrastrutture e il sistema turistico partenopeo. “La Coppa America a Napoli è stata pubblicizzata- spiega- nei più importanti saloni europei: Milano,Berlino, Mosca. Il mondo ci guarda, e Napoli deve quindi dare il meglio di sé.”
Per il presidente della provincia Pentangelo la Coppa America è ancora qualcosa in più. “Vedo questo evento- afferma- come un azione concreta. Porta visibilità e lustro al nostro territorio. Esso è tensione al miglioramento, ed al contempo orgoglio partenopeo che va trasmesso sotto forma di entusiasmo. La consapevolezza che Napoli può riuscire in qualcosa di bello, e migliorare ancora.” Insomma, dalla fierezza alla grinta per fare sempre meglio.
Il sindaco de Magistris è anch’egli fiero della sua città. “Napoli è la città adatta ai grandi eventi. Avere l’America’s Cup qui, di nuovo, è un passo avanti affinché queste manifestazioni diventino per la nostra città un’ abitudine. In questo modo, il lavoro prezioso ma precario che esse apportano potrebbe diventare una stabilità.” In effetti, è strano che una città meravigliosa come Napoli lavori così poco con il settore terziario. “La città di Venezia ha sperato fino all’ultimo di poter ospitare la regata, ma gli americani hanno scelto Napoli. Così come stanno tornando anche i turisti che lo scorso anno sono stati ammaliati dal fascino di Partenope.” E la buona organizzazione di quest’anno dipende, secondo il sindaco, dalla sinergia tra le istituzioni: città, provincia e regione. “La sinergia, il lavorare insieme, l’unire – spiega il primo cittadino- è il primo e più grande insegnamento che ci dà il mare. Specialmente il nostro: il Mediterraneo da sempre accoglie, è pace. E’ il maggior “luogo” di scambio di culture dalla notte dei tempi. Italici, arabi, greci, africani, galli, ispanici, slavi: siamo tutti mediterranei.”
Per l’evento si aspettano più di 250 giornalisti da 120 testate, e circa 70 emittenti televisive provenienti da quasi tutti i Paesi del pianeta. Napoli al centro del mondo per una manciata di giorni, e non solo per le competizioni in acqua ma anche per gli eventi che si protrarranno fino a sera nel village: musica, arte, e possibilità di praticare sport con i campioni delle varie discipline.
Nonostante la “corsa ad ostacoli” che Napoli ha dovuto affrontare per organizzare la Coppa America –basti pensare alle innumerevoli proteste per la ZTL istituita in occasione delle regate- questa si prospetta come un successo non solo per l’ambito sportivo, ma anche per quello culturale: dei 45 stand del village, sono molti quelli istituzionali e turistici che hanno per scopo quello di far conoscere agli stranieri e agli stessi napoletani gli splendori “dimenticati” di una città dove non basta una vita per scoprirli tutti. Verranno quindi pubblicizzati musei e siti meno noti come il “Filangieri”, il complesso degli “Incurabili”, “Purgatorio ad Arco”, il tesoro di San Gennaro. Non può mancare infine lo stand di “Città della Scienza”, a simboleggiare la speranza di una città che, come l’araba fenice, risorgerà dalle sue ceneri.