NAUFRAGIO COSTA CONCORDIA, UN ANNO DOPO: LA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME E LA DIFESA DI SCHETTINO
Il suono prolungato delle sirene dei traghetti ha salutato il ritorno in mare dello scoglio delle Scole contro cui un anno fa andò a schiantarsi la Concordia prima di naufragare. Alla cerimonia hanno assistito i familiari e i parenti delle 32 vittime del disastro a bordo di uno dei traghetti. Lo scoglio era stato strappato dalla Concordia ed era rimasto conficcato nella lamiera per diversi mesi. Alle 21:45, ora dello schianto, suoneranno le sirene delle navi. La commemorazione del naufragio non si svolgono solo sull’Isola del Giglio: bandiere a mezz’asta infatti in tutti gli uffici Costa del mondo e su tutta la flotta e messa in memoria delle vittime nei teatri di tutte le navi. A Genova, città sede della compagnia, inoltre, nella Basilica di S.Maria Assunta di Carignano i dipendenti di terra della Costa partecipano ad una messa di suffragio. Nel rispetto delle diverse religioni degli equipaggi, inoltre, in programma anche una cerimonia indù a Mumbay e Bali, una musulmana a Jakarta, una buddista a Shanghai e una cattolica a Goa, Jakarta, Manila e Lima. “Speravo proprio di incontrarla, grazie per quello che ha fatto, in Italia c’è bisogno di gente come lei”. Così Elio Vincenzi, marito di Maria Grazia Tricarico, una dei due dispersi del naufragio di Costa Concordia, si è rivolto al capitano Gregorio De Falco, l’uomo che cercò, inutilmente, di rimandare il comandante Francesco Schettino a bordo della nave. “Purtroppo non sono riuscito a fare tutto quello che avrei voluto”, ha risposto De Falco prima di una calorosa stretta di mano. Intanto,il Comandante Schettino, ai microfoni di Rai Uno si difende: “Quello non era un inchino, era un passaggio vicino all’isola, pianificato con la Costa. La scelta sulla pratica dell’inchino è lasciata al comandante e io non ho mai chiesto l’autorizzazione per fare inchini. Anche il 14 agosto c’era stato un inchino: si fa quando si può, quando ci sono le condizioni o quando la navigazione diventa noiosa”. E conclude il Comandante: “Dall’ultimo 13 gennaio per tutti i giorni della mia vita futura, in modo strettamente personale, io avrò sempre qualcosa nel mio cuore che mi legherà all’evento e alle famiglie delle vittime. Il dolore a mio avviso non va esibito, è qualche cosa che noi ci portiamo dentro”. Così il comandante Francesco Schettino in un’intervista trasmessa oggi a Domenica In. “Quello che io posso dire – ha aggiunto – è di volermi unire sentitamente al dolore di tutte le vittime, dei familiari delle vittime”.