GAY PRIDE A NAPOLI: UN EVENTO STORICO IN UNA CITTÀ UNICA.

Napoli, la capitale del Sud, la grande madre. La terra che nel passato ha accolto a braccia aperte indistintamente greci, romani, bizantini, svevi, angioini, spagnoli e che oggi adotta persone da tutto il mondo, prescindendo da etnia, religione, passato.
Eppure la città del sole, nella sua lunga vita, qualcosa l’ha osteggiata, e l’ha combattuta: l’ingiustizia, la discriminazione, la persecuzione, la limitazione della libertà.
Napoli che ha cacciato il tribunale dell’Inquisizione e i nazisti, oggi manifesta con gli omosessuali, seguendo il lungo corteo che si è snodato- tra musica, danza e colore- da Piazza Cavour fino al lungomare di Via Caracciolo.


In nessuna città il Gay Pride avrebbe potuto essere più pittoresco che a Napoli: vecchietti seduti ai tavolini fuori ai bar che si alzano per ballare con omaccioni palestrati, tatuati ed effeminati, signore che manifestano la loro vicinanza alla causa delle madri lesbiche perché “anche noi abbiamo cresciuto i figli senza un uomo in casa”, negozianti che lasciano tutto per correre a salutare il corteo, curiosi ai bordi delle strade che non possono resistere alla travolgente energia del collettivo –linfa vitale di Partenope- e che si uniscono alla folla variegata e colorata.
Tanti i turisti che rimangono affascinati dall’accoglienza che la città ha riservato a questa marcia per i diritti e l’uguaglianza più che dallo spettacolare Pride in sé. Una coppia di asiatici, intenti a fotografare i manifestanti, afferma entusiasta: “Immaginavamo che Napoli fosse unica…ma non fino a questo punto!”