UN NOBEL AL NEUROMED: CON MONTAGNIER PER NUOVE SFIDE NEL CAMPO DELLE NEUROSCIENZE

Luc Montagnier Neuromed
Il Nobel per la Medicina Luc Montagnier e Neuromed insieme per portare avanti progetti innovativi e coraggiosi nel campo delle neuroscienze e delle malattie neurodegenerative. Si tratta di un accordo che verrà firmato lunedì presso il Palazzo reale di Caserta. Con il professor Montagnier saranno presenti il presidente di Neuromed Erberto Melaragno, il presidente della Fondazione Neuromed Mario Pietracupa e il coordinatore del Progetto Fabio Sebastiano. A portare i saluti dell’EPT, l’Ente provinciale per il turismo di Caserta che ospita l’avvenimento, il commissario Lucia Ranucci.
Luc Montagnier, Premio Nobel per avere scoperto il virus dell’AIDS, inizia un rapporto di consulente speciale con Neuromed, l’IRCCS che fa della ricerca di frontiera la sua grande sfida per i prossimi anni. L’Istituto è centro di riferimento a livello italiano e internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Lo scienziato francese lo affiancherà nell’individuare e portare avanti progetti innovativi e coraggiosi nel campo delle neuroscienze e delle malattie neurodegenerative.
L’accordo getterà le basi di una collaborazione di lunga durata, nella prospettiva di progetti sicuramente ambiziosi. Montagnier e Neuromed lavoreranno, così, fianco a fianco per individuare linee di ricerca, stabilire progetti scientifici e testare nuovi concetti nell’ambito della ricerca di base, quella apparentemente senza risultati immediati ma dalla quale arrivano spesso svolte cruciali nella scienza.
Per la firma del documento è stata scelta Caserta perché proprio in quella città campana il mondo Neuromed ha in corso di realizzazione il Polo di innovazione Cyberbrain: una collaborazione internazionale che mira a esplorare le possibilità offerte dal collegamento tra cervello umano e computer. Si tratta di nuove frontiere, appunto, della scienza e della tecnica, come nel caso delle protesi artificiali, che grazie a queste tecnologie potranno essere comandate direttamente dal cervello. Quella di Caserta rappresenterà indubbiamente una pietra miliare per il progresso della ricerca, senza contare che darà occupazione a un gran numero di ricercatori, scongiurando il pericolo della loro fuga verso altre regioni o addirittura verso l’estero.